#07 I riti funebri del mondo animale 🐘
L'uomo non è l'unico 'animale' che si occupa della propria morte
In questo mio viaggio attorno ai temi della vita e della morte, c’è un argomento che mi ha molto colpito.
Ormai lo avrete capito, tendo a pensare che questa nostra vita sia solo un passaggio, che ci sia molto di più, che ci sia una dimensione superiore e che quella dove ci troviamo ora noi la abitiamo più volte e in molteplici forme.
Nelle ipnosi regressive spesso qualcuno sente di rivivere ricordi di una vita non umana, mi è successo anche recentemente, una persona a cui ho fatto una regressione si è rivisto gatto. Un giorno forse vi racconterò quella bellissima regressione, ma quello di cui vorrei parlare oggi è altro.
Mi sono chiesto, se è vero che ci reincarniamo anche in animali, quando siamo in quella forma, abbiamo consapevolezza della morte e del significato di quel nostro passaggio?
Pensavo di trovare molto poco online e invece ho trovato un sacco di articoli interessanti che attribuiscono ad alcuni gesti di altre specie animali significati vicini ai nostri riti funebri.
C’è anche un libro sull’argomento che si chiama Quando gli elefanti piangono - La vita emotiva degli animali. Jeffrey Moussaieff Masson, l’autore, è uno psicoanalista americano dalla vita affascinante. Si laurea ad Harvard, prende un dottorato in sanscrito, vola in India per studiare la religione indù, torna, diventa rapidamente il direttore dei Freud Archives, un’organizzazione volta a conservare il patrimonio freudiano, fatto anche da un vasto epistolario in parte non ancora studiato. Qualche anno dopo lascia in polemica il proprio ruolo e inizia una lunga produzione di saggi di critica verso la psicoanalisi tradizionale. Da allora si dedica allo studio della psicologia animale, pubblicando decide di libri, vincendo anche prestigiosi premi.
In questo libro, scritto nel 1997, quindi un tempo molto diverso dall’attuale sensibilità, assieme alla biologa Susan McCarthy, dimostra la capacità degli animali di provare sentimenti primari come la paura, la gioia, il dolore. Il titolo fa riferimento ad un comportamento che è stato più volte osservato: gli elefanti sembrano mettere in atto una sorta di rito funebre davanti alla dipartita di un membro della loro comunità e tornano spesso a vegliare le ossa dell’animale, quasi per mantenere quel legame in vita, con un rituale che si ripete.
Questa foto di Reuters ritrare un cucciolo di elefante pigmeo davanti al corpo inerte della madre, ritratto nella riserva di Gunung Rara, a Sabah, intento a vegliarla dopo che lei, insieme ad altri esemplari, erano stati uccisi da un veleno. Il piccolo prova a svegliarla, toccandola con la proboscide e si rifiuta di andarsene, nonostante i tentatitivi di guardie e volontari che provavano almeno a dargli da bere.
E gli elefanti non sono gli unici animali ad avere atteggiamenti simili. Lo fanno per esempio anche i corvi.
Molto condiviso fu poi un video di un delfino che tiene sul proprio dorso il corpo del proprio cucciolo morto nel tentativo di farlo respirare, anche se il gesto è del tutto inutile. Non è da sola, ma in quel momento di dolore, accanto a lei ci sono altri delfini, che partecipano a questo momento di dolore.
Non un caso isolato, ma un comportamento più volte osservato dagli scienziati quando avviene una morte improvvisa, al contrario quando il decesso avviene dopo un’agonia più lunga il branco ha tempo di “prepararsi” e accompagna in gruppo il proprio compagno fino all’ultimo momento per poi abbandonare la scena solo quando il corpo è sprofondato in acqua.
Nel 2008, in un centro del Camerun, morì una femmina di scimpanzé di nome Dorothy. Gli altri membri del gruppo, mentre il suo feretro veniva trasportato via, si sono radunati in massa vicino alla rete, abbracciandosi in silenzio, cosa insolita per questi animali rumorosi.
I gorilla, quando un adulto viene a mancare, mettono in moto una sorta di richiamo vocale che inizia da un singolo soggetto e poi continua quasi in coro da tutti i membri del gruppo.
Nei babbuini sono stati studiati persino i livelli di ormoni legati allo stress. Durante un lutto aumentano nel gruppo i livelli di glucocorticoidi, come succede in una situazione stressante. La variazione ormonale è evidente per circa 4 settimane dal lutto.
Il pianto rituale, secondo diversi etologi, è una caratteristica di molte specie viventi sul nostro pianeta. Così come l’appoggio da parte della comunità, utile per sentirsi compresi in un momento delicato per il gruppo e per la singola creatura.
Anche cani e gatti, molti l’avranno sperimentato in prima persona, possono manifestare comportamenti come la ricerca dell'animale mancante, cambiamenti nell'appetito e nell'umore, o possono sembrare più distanti.
C’è stato anche uno studio italiano dell’Università Statale di Milano e quella di Padova, basato su 426 persone a cui era morto un cane, mentre in casa ce n’era almeno un altro.
Nell’86% dei casi hanno osservato evidenti cambiamenti negativi nel cane sopravvissuti, che comprendevano inappetenza ed emissione di più lamenti. E i casi in cui questi cambiamenti non erano osservati coincidevano con la mancanza di una relazione particolarmente amichevole o di un legame parentale tra i due soggetti.
Credo che le testimonianze di comportamenti luttuosi nel regno animale siano un piccolo tassello in più di questo viaggio. Non solo amplificano la nostra comprensione dell'empatia e del dolore condiviso tra le specie, ma penso ci spingano a riconsiderare la nostra posizione nell'universo.
Il Ponte dell’Arcobaleno
Piccola menzione in chiusura della modalità che molti umani hanno per affrontare il distacco con il loro animale.
Da molti anni c’è questa leggenda del Ponte dell’Arcobaleno, un luogo meraviglioso, dove gli amici animali giocherebbero felici, alle porte del Paradiso.
Pur rimanendo complessa l’elaborazione del lutto, che tra l’altro per molti non è riconosciuto e rispettato a dovere, anche qui l’uomo ha trovato una chiave affascinante e consolatoria.
Per chi volesse approfondire c’è anche un pezzo recente su La Repubblica, che vi linko: https://www.repubblica.it/salute/2024/03/25/news/lutto_animali_domestici-422271161/
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Piccolo disclaimer
Leggerenza non è e non vuole essere in alcun modo superficialità.
Il rispetto per le singole storie di perdita e di dolore non verrà mai meno.
Questo vuole essere uno spazio aperto di scambio, consapevolezza e curiosità.
Il viaggio è un work in progress.
Se qualcosa non è perfetto, be kind