#12 A Ferragosto gli spiriti maligni (o la Madonna) possono ucciderti! ⚠️
Vietato fare il bagno in mare! Siete avvisat*
Ferragosto è alle porte. E’ tempo di vacanze, mare, birrette e maledizioni!
Una newsletter che parla di morte e dintorni non poteva che parlare di estate a suo modo.
Quando ero piccolo passavo diverse estati al sud. E quando si avvicinava Ferragosto c’era una regola che mi sembrava assurda: non si va al mare perché succedono brutte cose!
Man mano che crescevo quel divieto diventava per me sempre più inspiegabile e mi sembrava ingiusto dover rimanere lontano dall’acqua. Ma non si poteva affrontare la “Maledizione di Ferragosto”!
La Maledizione di Ferragosto
Immaginatevi un bambino di otto anni, con il costume da bagno già indossato e il secchiello in mano, pronto per andare al mare. Ed ecco che arriva l’adulto di turno con uno sguardo serio: "Non andare a fare il bagno oggi, è Ferragosto! Il mare è infestato da spiriti maligni che trascinano i bambini negli abissi".
Secondo la leggenda infatti, il 15 agosto il mare diventa un terreno di caccia per spiriti malvagi!
Questa maledizione ha anche una variante cattolica, ancora più incredibile: c’è un detto che suggerisce che la Madonna dell'Assunta “ne voglia uno per sé ogni anno”, come se facesse la sua lista personale di anime da portare in cielo. So che questo spin off horror della Madonna ha dell’incredibile, ma se cercate online, troverete un sacco di riferimenti a questa maledizione.
E così oggi vorrei parlare di superstizioni, perché sia questa che vi ho appena raccontato sia, molte altre, sono legate a doppia mandata con la paura della morte. Questa credenza popolare aveva lo scopo di scoraggiare le persone, soprattutto i bambini, ad andare in spiaggia in una giornata molto affollata che, presumibilmente, avrebbe avuto maggiori rischi in termini di sicureza. In molte regioni italiane, il 15 agosto è diventato così il giorno del "meglio non rischiare".
Superstizioni e Morte: Un Legame Antico
E non è l’unica. La paura della morte ha generato un'infinità di superstizioni. Alcune molto conosciute, altre un po’ desuete.
Il Numero 17
Il 17 è il numero che, soprattutto in Italia, è di cattivo auspicio. Ci sono hotel che nella numerazione non lo usano come numero di stanza. Le radici sono molto antiche, nell'antica Grecia i seguaci di Pitagora odiavano il 17 in quanto in mezzo tra il 16 e il 18 che erano perfetti nella loro rappresentazione geometrica. Il 17 è legato poi nell’Antico Testamento al diluvio universale, ma soprattutto, scritto in caratteri latini il XVII, si trasforma nell’anagramma di VIXI, che vuol dire vissi, e quindi se non sei più vivo, sei morto. Sciagura!
Nei paesi anglosassoni ha la peggio il numero 13. In America in molti edifici non esiste il tredicesimo piano, si passa direttamente dal dodicesimo al quattordicesimo. Così, come se niente fosse. Eppure spoiler: il piano tredici esiste eccome.
La paura del 13 dà il nome addirittura ad una vera fobia, nota come triskaidekafobia (provate a dirlo tre volte di fila).
Anche qui radici antiche: l'Ultima Cena, con Gesù e i dodici apostoli, è spesso citata come origine, con Giuda che gioca il ruolo del tredicesimo, il guastafeste. Se solo avessero avuto un tavolo più grande!
Gatti Neri
I poveri gatti neri, sempre vittime di pregiudizi. Un gatto nero ti attraversa la strada e subito pensi: "Ecco, sono spacciato". Ma perché? Durante il Medioevo, i gatti neri erano considerati compagni delle streghe. Si pensava potessero trasformarsi in streghe o demoni. Io ho un’amica che, se vede un gatto nero che le taglia la strada, frena, accosta e non prosegue finché non passa un’altra macchina!
Specchi
Attenzione anche agli specchi, perché se li rompi arrivano sette anni di sfortuna. Perché sette, poi? Gli antichi romani credevano che la vita si rigenerasse ogni sette anni, quindi rompere uno specchio significava rompere il ciclo della vita stessa. Ed è velocemente diventato un segno premonitore di morte prossima. Quasi quasi, meglio non spolverarli troppo vigorosamente!
Cappello sul letto
Mettere un cappello sul letto è un’altra red flag per un superstizioso. Si dice che porti sfortuna o addirittura morte. Questa superstizione ha origini nei tempi passati quando il cappello veniva posato sul letto durante la preparazione del defunto per il funerale. Quindi, mettendolo sul letto, richiami quel tipo di "energia". Meglio appendere il cappello all'appendiabiti, non si sa mai.
Non Dormire con i piedi verso la porta
Dormire con i piedi rivolti verso la porta sarebbe come fare un invito alla Morte: "Prego, accomodati". In molte culture, i morti vengono portati fuori dalla casa con i piedi rivolti verso la porta e quindi sarebbe saggio evitare questa posizione "morta". Se volete dormire sonni tranquilli meglio ruotare il letto.
Il Corvo come Messaggero di Morte
I corvi, con il loro piumaggio nero e il gracchiare inquietante, sono spesso visti come presagi di morte. Nella mitologia nordica, il corvo è associato a Odino, il dio della guerra e della morte. Se un corvo ti fissa, meglio cambiare marciapiede. Non si sa mai.
Superstizioni legate al culto dei morti
Ci sono poi un sacco di credenze popolari e superstizioni legate in maniera dirette al culto dei morti. E parlo al passato perché si tratta di credenze che stanno scomparendo, perché il nostro legame con la morte, come abbiamo più volte detto, si sta sempre di più affievolendo, a causa della rimozione sistematica compiuta dalla nostra società.
Qui un elenco che ho trovato spulciando online:
Nel giorno dedicato ai morti non bisognava rifare il letto perché i morti, liberi in quel giorno di andare dove vogliono, tornano a riposare nelle loro case.
Il prete chiamato in casa per confessare un moribondo, dalla mezzanotte all’alba doveva essere sempre accompagnato da qualcuno altrimenti avrebbe incontrato il diavolo che gli avrebbe impedito di prestare soccorso all’anima bisognosa.
Se in un corteo funebre la bara si fermava inavvertitamente davanti alla porta di una casa, a breve qualcuno di quella abitazione sarebbe morto
Durante una veglia funebre tutti gli specchi dovevano essere coperti perché rubavano l’anima di chi si riflette, e quindi il defunto sarebbe rimasto imprigionato. Nell’ebraismo, durante lo Shivah, il periodo di lutto di sette giorni dopo la morte di un familiare, è tradizione coprire gli specchi nelle case, in quel caso però serve a ricordare ai vivi di concentrarsi sul lutto piuttosto che sull'apparenza.
Usciti dal cimitero, si sbattevano i piedi in terra prima di oltrepassare il cancello per liberarsi della “terra dei morti”
Incontrare un carro funebre senza bara era un preannuncio di morte
Se uno moriva con gli occhi aperti, qualcuno della sua famiglia sarebbe morto poco dopo. Se rimaneva aperto solo l’occhio destro, si annunciava la morte di un congiunto, se a rimanere aperto era quello sinistro, sarebbe morto un parente lontano.
Mai seppellire di venerdì, altrimenti di lì a poco si sarebbe verificato un nuovo decesso in famiglia
Mai indossare abiti nuovi per andare al cimitero o ad un funerale
Non appena il morto era uscito di casa, bisognava spazzare bene per tutto il percorso fino alla porta, per scongiurare che il defunto si portasse dietro qualcun altro in casa.
Un vento furioso nel giorno della morte o del funerale era segno che l’anima era dannata.
Perché Nascono le Superstizioni?
Le superstizioni nascono dal bisogno umano di dare un senso al mondo e di sentirsi in controllo in situazioni di incertezza. Quando la scienza non ha risposte, la mente trova conforto nelle credenze e nei rituali. Così, se qualcosa va storto, possiamo sempre dare la colpa a un cappello mal posizionato o a un gatto sfortunato.
C’è un articolo di Geopop molto interessante che spiega le superstizioni nell’ambito delle neuroscienze. Le superstizioni per molti sono un meccanismo adattivo del cervello a stimoli esterni che fanno paura. Associamo un determinato comportamento ad una ricorrenza, che ci fa credere di avere il controllo su qualcosa che non possiamo controllare: come la nostra fine. E quando anche una semplice coincidenza sembra confermare la nostra teoria, ecco che diventa verità assoluta. E alcuni studi hanno dimostrato che la parte giro-frontale del cervello si de-attiva quando facciamo scelte basate sulla pura superstizione.
A Cosa Servono le Superstizioni?
Le superstizioni servono a calmare le nostre paure e a darci l'illusione di poter influenzare il nostro destino. Forniscono anche un senso di comunità, con le persone che condividono le stesse credenze e rituali.
Molte superstizioni vengono considerate “normali”, ma possono facilmente trasformarsi in disturbo ossessivo compulsivo superstizioso, caratterizzato da pensieri intrusivi e comportamenti compulsivi. Succede quando la superstizione diventa così forte da portare ad una paura intollerabile.
E ancora una volta tutto questo è legato alla paura irrazionale di morire, l’incapacità di accettare che la nostra vita ha una fine terrena.
Come Liberarcene?
Provare a sfidare le credenze più comuni può servire, io credo molto che siamo artefici del nostro destino, sempre. E la narrazione positiva ci può aiutare anche concretamente.
Raymond Smullyan, matematico e filosofo diceva: “Essere superstiziosi porta sfortuna” e lo trovo efficace.
Epicuro ci consigliava di usare la razionalità per sconfiggere la paura. E qualcuno potrebbe dire che è strano che io parli di razionalità, mischiandola a vite precedenti e medium.
Ma ci tengo a ribadire un punto per me fondamentale: credo che sia tempo di trovare un modo altro per parlare di tutto questo mondo. Una modalità in grado di far convivere strumenti razionali e irrazionali che ci hanno sempre fatto percepire come opposti e alternativi.
Cosa Fare Questo Ferragosto?
Quindi, cosa fare questo Ferragosto? Secondo me possiamo davvero ignorare le superstizioni e goderci una bella nuotata. Se proprio non ne potete fare a meno, dei buoni braccioli e un amico con piscina sono perfetti, così da lasciare agli spiriti maligni il compito di trovarsi un altro passatempo.
In ogni caso, che crediate o meno alle maledizioni, ricordatevi di divertirvi e di prendere la vita (e le superstizioni) con un pizzico di ironia.
Buon Ferragosto.
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