Senza pensarci, quando ho capito cosa aveva fatto a tutte quelle persone, ho iniziato a colpirlo a morte, con violenza. Tutto è stato velocissimo e non ho esitato un attimo.
La cosa che più mi aveva colpito, di quel tragico momento, era che non provavo alcun senso di colpa, nessun tormento per quell’azione.
Dolore sì, ma non per quella vita spezzata, per il male che quella persona aveva fatto, il dolore di non averlo fermato prima, di non aver capito prima.
Se state per chiamare la polizia, aspettate un attimo, perché parliamo di un reato ormai decisamente prescritto.
Questo omicidio infatti lo avrei compiuto almeno 300 anni fa.
Si tratta del frutto di una regressione, che ho compiuto sotto ipnosi.
Un doveroso passo indietro
Il mio personale percorso di ricerca “spirituale” è sempre stato molto tortuoso. Ho ricevuto un’educazione cattolica, ho frequentato l’oratorio e gli scout, poi è arrivato il rifiuto del concetto stesso di religione, al quale è seguito un lungo periodo di ateismo che non lasciava spazio ad alcuna domanda. Domande che però rimanevano, silenziate, ma presenti.
Queste domande si sono trasformate in una curiosità sempre meno distaccata, fino alla lenta costruzione di una spiritualità in continua ricerca, ma decisamente più aperta.
Ho iniziato ad appassionarmi di ipnosi per puro caso, ma questo incontro è stato così dirompente che ho iniziato a leggere libri su libri, guardare ogni video possibile sull’argomento.
Certo, avvicinarmi “dal vivo” all'ipnosi regressiva per me non è stato facile a causa soprattutto di quell’alone di mistero e di quel retrogusto newage. Già mi vedevo in qualche setta strana, con una tunica, imbottito di qualche funghetto, a salutare il sole con un sorriso ebete.
Niente di più lontano dalla realtà. Per mia fortuna.
E così mi sono buttato e sono arrivato anche a frequentare un master per diventare io stesso ipnologo alle vite precedenti.
E, per chi mi conosce, questa cosa fa sempre molto ridere.
Se avrete pazienza, ci tornerò spesso in questa newsletter e man mano vi spiegherò perché, se siete curios*, ma mooolto razionali, potete continuare a sentirvi in pace con voi stess* e provare comunque a stare in ascolto.
Ma per chi non sapesse cos’è una regressione ipnotica alle vite precedenti, per il momento, basti sapere che è una tecnica di rilassamento e concentrazione guidata che ti permette di visualizzare, mentre hai gli occhi chiusi, delle immagini e delle emozioni che, per chi ci crede, sono riferite a delle vite precedenti che ci riguardano, vite che avremmo vissuto in passato, reincarnandoci.
Quindi chi ho ucciso?
Durante una delle diverse sedute di regressione a cui mi sono sottoposto, ho rievocato questa mia vita durante la quale ero un marinaio, a bordo di questa grandissima imbarcazione di legno. Io ero uno dei tanti, mi occupavo di manutenzione, ricordo le mani molto sporche, ricordo un odore molto sgradevole.
A bordo di quella nave c’era in corso una moria inspiegabile, tantissimi membri dell’equipaggio sembravano ammalarsi e morivano rapidamente. Ricordo lo sgomento, lo smarrimento, il rumore sordo dei corpi senza vita che venivano gettati in mare. Non ricordo scene di strazio, ma di rassegnazione, le forze che sembravano mancare sempre di più.
Il ricordo proseguiva con quella versione di me, in quel passato lontano, che aveva scoperto che il guaritore, in realtà, aveva, per motivi inspiegabili, avvelenato l’acqua potabile e che tutte quelle morti erano dovute a questo.
A quel punto ho visto chiaramente l’omicidio.
Il ricordo si concludeva con la consapevolezza che così decimati, e probabilmente già avvelenati, non saremmo mai arrivati a destinazione, eppure quella versione di me, così diversa da quell’attuale, aveva fatto un discorso per tentare di rinfrancare gli animi dei sopravvissuti, mentendo loro, per non gettarli nello sconforto più totale.
Se ho già vissuto, allora vivrò ancora
Quello che accade a quasi tutte le persone che fanno regressione alle vite precedenti è che improvvisamente realizzano che se hanno già vissuto così tante volte, allora certamente vivranno ancora.
Se credi alle vite precedenti, quelli che emergeranno, saranno i ricordi delle tue esistenze passate.
Se non ci credi vivrai comunque una specie di sogno lucido che può avere un significato simbolico legato alla tua vita attuale e potrai dire "che potenza il mio inconscio!".
E uno dei momenti più affascinanti di una regressione è proprio quando “rivivi” una delle tante volte che hai lasciato il tuo corpo fisico.
Così, piano piano, ho iniziato a credere anche io che alla fine NON moriremo tutti. Non è una certezza monolitica. In questo momento sto come nel mezzo. Sento che alla fine quella che ci spaventa, quella che a volte ci tormenta, non è una vera fine.
Ed è un sentire che si sta sempre più arrichendo di piccole intuizioni, risposte, riscontri.
Tutte cose che ho voglia di mettere nero su bianco e di condividere.
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Il rispetto per le singole storie di perdita e di dolore non verrà mai meno.
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