#03 Scettic* come il fondatore della matematica 🧠
E se ti dicessi che Pitagora, il fondatore della matematica, credeva nelle vite precedenti?
Per molto tempo sono stato molto scettico riguardo tutto quello che non era chiaramente tangibile e riconducibile al dato di realtà oggettiva.
Per cui in questo mio viaggio di scoperta verso i temi al confine tra la morte e la vita, mi sono armato di curiosità e apertura, cercando di mantenere uno sguardo disincantato.
E così ho pensato di dedicare la newsletter di oggi a chi è per lo più scettico e appena sente odore di una qualche stranezza, appena scorge un pizzico di occulto, di esoterismo, appena avverte la deriva Do Nascimento, si allontana a gambe levate e alza gli scudi. Ecco dunque qualche piccolo appiglio, per le menti più razionali.
La parola al più razionale di tutt*
Lui è Pitagora, quello del teorema. Wikipedia lo presenta come un filosofo, scienziato e matematico.
Semplificando, non di molto, possiamo definirlo il padre della matematica per come la conosciamo oggi.
Cosa c’è, nel nostro immaginario, di più razionale e concreto di un matematico e di uno scienziato?
Da qualche tempo sono in fissa con il podcast PENSIERO STUPENDO, di Matteo Saudino, che in ogni puntata presenta, in maniera super efficace, la vita di un filosofo del passato, unendo aneddoti, curiosità, informazioni super interessanti e utili che la mia odiosissima professoressa di filosofia non ci aveva mai raccontato. Ve lo consiglio tantissimo.
Uno degli episodi è dedicato proprio a Pitagora. Ricordavo solo vagamente che lui e i suoi discepoli credevano nella reincarnazione, ma ho rimesso a fuoco questa informazione grazie a questo episodio. I pitagorici erano vegetariani anche perché pensavano che l’anima, nel suo lungo viaggiare, potesse incarnarsi anche in forma animale. Famoso il racconto che vede Pitagora intervenire in difesa di un cane malmenato per strada, perché in quell’animale aveva riconosciuto l’anima di un suo vecchio amico morto tempo prima.
Pitagora, secondo i racconti dell’epoca, era in grado di accedere ai propri ricordi delle sue vite precedenti.
Ne parla apertamente Diogene Laerzio: il suo Vite dei filosofi, è una delle fonti principali sulla filosofia antica, siamo intorno al 200 dC. Pitagora in precedenza si sarebbe incarnato in Euforbo, un guerriero e per dimostrarlo entrò nel tempio di Apollo, offrendo una prova tangibile davanti all’incredulità dei presenti: non solo c’era nascosto effettivamente uno scudo antico dove aveva detto, ma portava la scritta “di Euforbo”.
Proprio Pitagora, il padre di una delle discipline che oggi reputiamo concreta, razionale, alla base delle scienze, era fermamente convinto dell’esistenza delle vite precedenti e della reincarnazione.
Molto interessanti sono anche le reazioni di alcuni detrattori di Pitagora. Lattanzio, apertamente critico verso i pitagorici, scrive:
“Oh memoria mirabile e singolare di Pitagora! Oh misera dimenticanza di noi tutti, che non sappiamo chi siamo stati in precedenza”
Quindi di fatto viene contestata la presunta capacità di ricordare le vite precedenti, ma non la possibilità che la reincarnazione fosse possibile.
Per approfondire consiglio Tornare al Mondo, di Stefania Rocchetta, ed. Il Mulino.
Pitagora anche un po’ come Charles Manson
Se poi si entra nel dettaglio della vita di Pitagora si scopre anche che attorno a lui c’era una sorta di culto, pare fosse un oracolo in grado di compiere miracoli.
Il punto non è usare Pitagora come fonte attendibile, ma vorrei farvi notare come ci siano figure che riteniamo più credibili di altre, non sempre con ragione. Mi interessa riflettere sulla percezione che abbiamo di cosa oggi ritendiamo attendibile, serio, indagabile. Temi su cui interrogarci con apertura, o al contrario con scetticismo.
Anche perché il nostro Pitagora non è che, ad un occhio attento, brilli come esempio di rettitudine.
La sua più che una scuola filosofica era una setta. La democrazia gli piaceva meno di quanto piacca oggi a Putin.
Gli adepti, per entrare nella setta, non potevano parlare per almeno tre mesi ed era vietato a tutt* mangiare fave. Nessun motivo mistico, ma il Maestro era mortalmente allergico e quindi le aveva proibite a tutt*.
Non solo: i numeri, per i pitagorici, avevano un significato religioso e non potevano accettare l’esistenza “fisica” dei numeri irrazionali, non chiedetemi di approfondire, ma siccome voglio raccontarvi una cosa, prendete questo riassunto semplificato per buono.
Ci serve saperlo perché un bel giorno succede che un discepolo, Ippaso, scopre che l’ipotenusa di un triangolo rettangolo isoscele, con i due cateti di lunghezza uguale a valore uno, secondo il teorema di Pitagora, è uguale alla radice di due e cioè un numero irrazionale! Un numero irrazionale che per giunta poteva essere disegnato. Crollava tutto.
Come l’ha presa Pitagora? Come Vladimir, di cui a questo punto potrebbe addirittura essere una sua reincarnazione. Non si sa mai!
Il povero Ippaso di Metaponto cadde “accidentalmente” da una rupe insieme al suo incauto entuasiasmo per la scoperta.
Fun fuct: lo sai cos’è la Ruota di Pitagora? 🔮
Il nostro amico Pitagora, ha anche un merchandising di tutto rispetto. Porta il suo nome la Ruota di Pitagora, uno strumento di divinazione.
Siamo nel mondo dell’'aritmomanzia, la pratica divinatoria esercitata attraverso l'interpretazione dei numeri.
La Ruota è un oracolo che prevede esclusivamente un responso positivo o negativo, quindi la domanda deve essere posta tenendo conto di questo.
Se volete scoprire come si usa questa ruota trovate la spiegazione qui: http://mhwiki.altervista.org/php5/index.php/Ruota_di_Pitagora
La sorgente del disagio degli scettici
Ho provato a far vacillare la figura di Pitagora, perché credo che, come sempre, sia tutto più complesso delle rappresentazioni plastiche di cosa è affidabile e cosa no.
E quindi perché rifuggiamo, a priori, certi temi?
In Occidente è avvenuta una divisione netta e contrapposta.
C’è il territorio di cui si occupa la scienza e il territorio di cui si occupa la “fede”. Fine.
I due mondi si parlano a fatica. E tutto quello che non viene riconosciuto o compreso è diventato un territorio anarchico e selvaggio.
Non abbiamo “imparato” o sviluppato un metodo per parlare di morte, misticismo, energia, occulto, spiritualità, coscienza.
Una cosa o la spiega la scienza, oppure è pseudoscienza.
Una cosa o è accettata dalla fede, oppure non esiste ed è quasi meglio non parlarne. Senza dimenticare che la religione, coi suoi dogmi, ci ha volutamente chiesto di avere un atteggiamento di “fede” aprioristica, dove il dubbio non può risiedere.
Mauro Biglino, scrittore e traduttore di testi sacri,tra cui la Bibbia, spesso provocatoriamente chiede: vi fareste curare da un libro di medicina vecchio di duemila anni?
Possibile che una strada diversa non sia possibile?
Io credo che sia possibile indagare, interrogarsi, farsi domande, senza stigma, senza preconcetti e che sia utile costruire uno spazio per farlo.
Il Manifesto per una Scienza Post-Materialista
Qualcosa in realtà sta lentamente cambiando. Una decina di anni fa un gruppo di scienziati noti a livello internazionale e attivi in un ampio spettro di discipline scientifiche tra cui biologia, neuroscienza, psichiatria, medicina, hanno organizzato un convegno che ha dato alla luce un Manifesto che da allora raccoglie adesioni da centinaia di scienzati in tutto il mondo. Ad oggi sono oltre 500 ad averlo sottoscritto.
Tra i promotori, per capirci, ci sono Gary Schwartz, laureato ad Harvard e per anni lui stesso professore di psichiatria e Lisa Miller, laureata a Yale, stimata professoressa e ricercatrice. Non dei complottisti o dei fanatici da blog.
Insieme ad altri colleghi hanno redatto un documento molto interessante che traccia una possibile nuova strada.
Sostengono che la visione scientifica moderna commetta un errore nel fondarsi ESCLUSIVAMENTE su pressupposti associati alla fisica classica che dice che la materia è l’unica realtà.
Perché questa visione è semplicemente datata, e dopo aver portato tantissimi successi, sta diventando un ostacolo per lo sviluppo di uno studio scientifico della mente e della spiritualità.
Per loro non si può pensare che la mente non sia nient’altro che l’attività fisica del cervello, perché ogni giorno tutti noi sperimentiamo come i nostri pensieri abbiano effetti sul nostro cervello, sul nostro corpo, sulle nostre azioni, addirittura sul mondo fisico. Spiegano come le teorie materialiste non siano in grado di chiarire in che modo il cervello sia in grado di generare la mente.
Con questo documento chiedono che la scienza si liberi di vincoli ideologici, ma anche dello stigma che ha avvolto per anni, gli scienziati che hanno tentato di avere visioni diverse.
Qui trovate il documento completo:
https://opensciences.org/about/manifesto-for-a-post-materialist-science
Io ve lo dico, tocca farsi trovare pront* alle possibili prossime scoperte! E noi siamo qui per questo.
Se sei arrivat* qui per caso, per supportarmi puoi iscriverti e puoi suggerire a qualcun altr* di fare altrettanto.
Se ti va lascia un commento!
E per quell* più valoros* ho preparato un sondaggino che può aiutarmi a costruire meglio le “prossime puntate”.
Piccolo disclaimer
Leggerenza non è e non vuole essere in alcun modo superficialità.
Il rispetto per le singole storie di perdita e di dolore non verrà mai meno.
Questo vuole essere uno spazio aperto di scambio, consapevolezza e curiosità.
Il viaggio è un work in progress.
Se qualcosa non è perfetto, be kind
Interessantissimo e stimolante