#08 Ora ci si può ibernare anche in Europa! 🧊
Anzi lo si può fare dal 2019, ma la notizia è tornata a girare sui giornali italiani e non.
A fine maggio i giornali italiani si sono popolati di articoli che raccontavano che anche in Europa ora si può scegliere l’ibernazione! Chi siamo noi per non parlarne!
In che cosa consiste l’ibernazione?
Partiamo dalla prima ‘cattiva’ notizia. Al momento l’ibernazione è possibile solo post mortem. E il processo non è esattamente semplice come quello che ha subito Philip J. Fry in Futurama.
Quando un cliente di una di queste cliniche è in fin di vita viene raggiunto da una speciale ambulanza predisposta per il processo di crioconservazione che può avvenire solo dopo che il paziente è stato dichiarato morto. A quel punto il corpo viene immerso in acqua e ghiaccio, per iniziare a raffreddarlo, nel frattempo attraverso l’uso di ossigeno e di massaggi cardiaci viene rallentato il processo di morte cellulare.
Una macchina poi si occuperà di rilasciare nel corpo dei crioprotettori necessari per avviare il processo finale: il congelamento con la temperatura che arriva a -196°. A quel punto il corpo viene definitivamente posto nel contenitore criogenico riempito di azoto liquido.
Dopo duecento, trecento, o cinquecento anni, qualora la scienza abbia fatto qualche ulteriore miracolo, queste capsule vengono aperte e, attraverso procedimenti al momento sconosciuti, i corpi vengono riportati in vita.
Tutto questo ha ovviamente un costo: 200mila euro la conservazione del corpo intero, mentre conservare solo il proprio cervallo costa 75mila euro. C’è anche un abbonamento mensile e una membership pre-morte che va da 20 a 50 euro al mese.
Sarebbero già 400 le persone in lista d’attesa, di età comprese tra 25 e 45 anni.
Perché se ne sta parlando?
Se ne parla perché un giornale tedesco ha intervistato il fondatore della prima start up europea, Tomorrow Biostasis, con sede a Berlino, mentre la clinica è a Rafz, in Svizzera.
La start up è nata nel 2019 e sono già 4 i corpi conservati.
In tutto il mondo sarebbero invece 377. 15 sono italiani. Esistono aziende in America, in Cina e in Russia. 5mila sono invece le persone in lista d’attesa.
Il sogno del fondatore di Tomorrow Biostasis, che si chiama Emil Kendziorra è di “costruire un mondo in cui le persone possano scegliere quanto tempo vivere, indipendentemente da dove si trovano, da chi sono e dalle loro risorse finanziarie”.
Già nel 2017 Repubblica aveva mostrato una clinica competitor, con sede in Arizona. Se vi interessa trovate il video cliccando qui sotto.
L'ibernazione in ARIZONA
Nel 2016 il Fatto Quotidiano aveva intervistato uno degli italiani in lista d’attesa per farsi ibernare da Cryonics, società statunitense. Si tratta di un professore di letteratura che ha preso questa decisione insieme alla compagna: “L’idea dell’ibernazione mi dà serenità” sosteneva “Vedo questa pratica l’unica alternativa all’estinzione”.
Il primo essere umano ibernato
Ad avere il primato di primo essere umano ibernato è James Bedford, professore di psicologia dell’Università della California di 73 anni.
Nel gennaio del 2022 ricorrevano i 50 anni dalla sua crioconservazione alla Alcor Life Extension Foundation, una delle compagnie che offrono questo servizio.
Bedford morì di tumore e il suo corpo fu conservato in un contenitore sotto vuoto e in azoto liquido prima in California e poi in Arizona.
Il suo corpo nel 1991 fu trasferito in un contenitore di nuova generazione e secondo gli esperti di Alcor, come riportò Ansa, da un esame esterno il corpo riesaminato sembrava quello di “un maschio ben nutrito che appare più giovane dei suoi 73 anni”.
Il primo italiano ad aver avuto accesso alla tecnica dovrebbe invece essere Aldo Frusciardi, morto nel 2012.
Un limbo
Mi sono ripromesso che avrei fatto questo viaggio nei temi che riguardano la morte, rimanendo il più possibile con lo sguardo aperto.
Non voglio quindi liquidare con superficialità questo desiderio che per molti è diventato realtà.
Ovviamente quello che mi colpisce è la capacità dell’uomo di trovare mille diversi escamotage per tentare di eludere l’ineludibile.
Quello che complica questo livello è sicuramente la sofferenza e la disperazione davanti a malattie che ti tolgono letteralmente il fiato. Molte persone che scelgono questa strada lo fanno davanti a condizioni di salute per le quali la medicina oggi non può fare nulla. Penso al caso di Matheryn Naovaratpong, una bimba di due anni, malata di tumore al cervello, che è stata fatta ibernare dai genitori.
Secondo gli scienziati a favore di questa tecnica, le persone ibernate, in quei silos, sono in una condizione di stasi, potenzialmente eterna. Un limbo. In attesa che la medicina faccia progressi tali per risvegliarli, curarli e dar loro una nuova vita.
Siccome io credo che la coscienza sia una cosa a sé stante dal corpo, sarei davvero curioso di sapere che succede alle persone che entrano in questa fase.
E come essere umano, mi chiedo cosa proverei a ritrovarmi risvegliato tra 500 anni in un mondo che non è il mio, con persone che non conosco, dove ogni legame è stato spezzato ed essendo portatore di una esperienza di vita, di modi di pensare e di vivere superati da secoli di progresso.
Ecco, a me, ma non voglio convincere nessuno, fa molto più paura questo della morte stessa. E voi? Che ne pensate?
Visto che abbiamo parlato di ibernazione nel prossimo numero vorrei parlare della nostra ossessione per l’immortalità!
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