#05 Dalla morte si può tornare! 🔙 (2 di 2)
Cosa sono le Near-death experience e cosa ci fanno capire?
Previously on Non moriremo tutti (forse)
Abbiamo parlato a lungo nella scorsa puntata di questa newsletter di uno dei temi più affascinanti che provano a raccontare cosa ci sia dopo la morte: le NDE, le near death experience.
Se sei arrivat* qui per la prima volta, ti consiglio di recuperare quella parte cliccando qui sotto.
Una delle domande che ricordo di essermi fatto quando ho letto delle ricerche sulle NDE è stata: capisco che con l’avanzamento delle cure e i progressi medici le percentuali di persone che sopravvivono e vengono rianimate sia molto più alta, ma possibile che prima degli anni ‘70 non ci fossero casi di questo genere?
E infatti non è possibile!
Le NDE non sono un fenomeno moderno
Le esperienze di pre-morte hanno affascinato l'umanità ben oltre la nascita della scienza moderna, con racconti e interpretazioni che si possono trovare in una varietà di contesti culturali e temporali.
Platone lo fa nel mito di Er. Er è un soldato valoroso di quella che oggi chiamiamo Turchia che ‘muore’ in battaglia e mentre sta per essere arso sul rogo funebre, ritrova i sensi e racconta quello che ha visto nell’aldilà.
Nell’antico Egitto, il Libro dei Morti descrive viaggi nell'aldilà che presentano sorprendenti somiglianze con le moderne NDE così come nel Buddismo Tibetano: nel Bardo Thodol, spesso conosciuto come il Libro dei Morti Tibetano, viene descritto nel dettaglio un intervallo tra la morte e la rinascita, che può durare fino a 49 giorni e che include incontri con varie entità, attraverso le quali l'individuo può realizzare la propria natura o essere trascinato in una nuova rinascita basata sulle sue azioni e pensieri precedenti.
Anche nelle culture indigene americane, vi sono racconti di viaggi nell'aldilà che somigliano alle NDE. Ad esempio, nelle narrazioni degli Ojibwa, una tribù nativa americana del Nord America, vi sono storie di individui che hanno viaggiato verso un "villaggio dei defunti" e che sono tornati per condividere i loro apprendimenti e insegnamenti sul mondo spirituale.
Nell'India antica, i testi vedici, scritti più di 3.000 anni fa, contengono riferimenti a viaggi post-mortem che presentano somiglianze con le NDEs.
In Africa, molte culture indigene hanno tradizioni orali che includono viaggi spirituali, storie che spesso enfatizzano l'importanza dell'ancestralità e della comunicazione con il mondo degli spiriti, suggerendo che il viaggio dell'anima è sia una continuazione della vita che un ritorno alle origini. Per esempio, tra i Dagara del Burkina Faso, le esperienze vicine alla morte sono spesso viste come viaggi in altri mondi dove l'individuo può ricevere messaggi importanti da condividere con la propria comunità.
La prima NDE documentata nei tempi moderni risale al XVIII secolo. L'autore è Pierre-Jean du Monchaux (1733–1766), un medico militare del nord della Francia che descrive l’esperienza nel suo libro "Anecdotes de médecine”. Il libro descrive il caso di un paziente, un famoso farmacista di Parigi, che temporaneamente perse conoscenza e poi riferì di aver visto una luce così pura e brillante che pensava di essere stato in paradiso.
Monchaux tentò di ipotizzare che le sensazioni mistiche che le persone riferiscono dopo essersi ripresi la coscienza fossero causate da un eccessivo flusso di sangue al cervello.
Ma se non ci basta, usiamo un po’ di vecchio e becero marketing.
Come direbbe Antonella Clerici: ecco a voi la réclame!
Alcuni Testimonial delle NDE
Ho preparato un elenco di personaggi famosi che userò per “sponsorizzare” le NDE.
Ho provato a scegliere alcuni tra i nomi più clamorosi o inaspettati.
Carl Jung
Forse lo conoscete come pioniere della psicoanalisi, ma Carl Gustav Jung, ha più volte raccontato dell’infarto che ebbe nel 1944 e della successiva esperienza di pre-morte:
Posso descrivere la mia esperienza solo come la beatitudine di una condizione atemporale nella quale presente, passato e futuro siano una cosa sola
Ernest Hemingway
Nel 1918, nella Prima Guerra mondiale, lo scrittore americano nato nel 1899 fu ferito sulle rive del Piave. In convalescenza a Milano, in una lettera alla sua famiglia, scrisse: «Morire è una cosa molto semplice. Ho guardato alla morte e lo so».
Anni dopo spiegò:
«Quella notte esplose vicino a me una bomba di mortaio austriaca. Io rimasi come morto. Sentii la mia anima o qualcosa di simile uscire dal mio corpo, come se avessi tirato fuori da una tasca un fazzoletto di seta. Volò in giro, poi tornò indietro e io non ero più morto».
Jane Seymour
Forse ve la ricorderete nei panni de La signora del West, telefilm famosissimo degli anni ‘90. L’attrice ha più volte dichiarato che qualche anno prima di indossare i panni della dottoressa Michaela Quinn, mentre stava girando in Spagna un biopic incentrato su Maria Callas, fu colpita da una grave bronchite curata con antibiotici per via endovenosa che le procurarono però uno shock anafilattico.
Io effettivamente ho lasciato il mio corpo, ho visto la luce bianca, ho guardato giù vedendo chiaramente e sentendo tutti urlare e cercare di rianimarmi, cosa che sono riusciti a fare.
Quando sei fuori dal tuo corpo, tutto diventa molto calmo. È stato davvero un momento meraviglioso che mi ha fatto capire quanto sia semplice. Si tratta solo di amare ed essere amati. Fine della storia. Mi ha semplificato le cose. Mi ha fermato dal preoccuparmi della morte o di morire o di qualsiasi altra cosa del genere. Ho capito che non c'è dolore o panico associato.
La tua vita vale incredibilmente la pena di essere vissuta e non voglio sprecare un momento di essa.
Sharon Stone
Anche l’iconica Sharon Stone parla apertamente della sua esperienza nel 2001, quando fu colpita da un ictus.
All'improvviso ho sentito che mi stavo sollevando e c'era solo, come, un tunnel di luce. In cima al tunnel c'era un buco dove diverse persone a cui ero stata molto vicina mi stavano guardando da lassù.
Sentivo che mi stavano dicendo 'Tutto va bene. Sarà meraviglioso'. E mi stavo davvero muovendo velocemente.
Qui se volete ascoltare l’intera intervista
Le NDE in Italia
E in Italia? Come dicevo nel numero precedente si stima che il 4% della popolazione occidentale abbia sperimentato questo tipo di esperienze, per cui stiamo parlando di 2,3 milioni di italianə.
È molto probabile che conosciate almeno qualcunə che l'ha avuta.
Lele Spedicato (Negramaro)
Lele Spedicato, chitarrista dei Negramaro, è stato colpito qualche tempo fa da un’emorragia cerebrale dalla quale si è fortunatamente ripreso. E anche lui ha vissuto una NDE.
Ero in un piccolo giardino, con un cancello e un ulivo. Lì ho incontrato mia nonna Nella e Gianfranco, il papà di Giuliano Sangiorgi. Mi sembrava incavolato: “Vattene via, qui non c’è posto per te” mi diceva. Così mia nonna mi ha preso per un braccio per accompagnarmi: appena uscito dal cancello, ho aperto gli occhi ed ero nella rianimazione dell’ospedale. Non era un sogno, era la realtà
E ora non ha dubbi:
"Cosa c'è dall'altra parte?". "Non c'è niente di cui aver paura, questo è poco ma sicuro"
Gianfranco Funari
Anche Gianfranco Funari, famosissimo giornalista e conduttore, ha vissuto una near death experience.
Era stato in coma e durante quel coma ha più volte raccontato di aver visto un tunnel color crema. Durante quei momenti gli appare anche la madre, morta da tempo e un vecchio vicino di casa. Molto ricorrente è anche il racconto del dolore provato una volta tornato nel corpo e alla vita e la voglia di tornare dove era appena stato.
I testimonial vi hanno convinto?
Questi sono solo alcuni dei nomi di personaggi noti, anche molto diversi tra loro, che hanno apertamente parlato delle proprie esperienze e che offrono un ventaglio significativo di testimonianze.
Il mio invito è quello di provare a mettervi in ascolto. Come vi dicevo si stima che almeno 1 persona ogni 25 abbia provato una NDE, quindi è possibile, anzi probabile, che qualcuno dei vostri amici, colleghi o conoscenti abbia vissuto un’esperienza simile. Io solo nell’ultimo anno ad esempio ho conosciuto due persone, non connesse tra loro,che mi hanno raccontato quello che hanno vissuto loro, dopo aver saputo il mio interesse per questi argomenti.
Vi auguro di trovare anche voi una persona che vi racconti quella sensazione e che possiate guardarlo negli occhi mentre lo fa. E sono sicuro che a quel punto, capirete.
Finisco qui questo primo ciclo dedicato alle NDE, ma ci tornerò presto anche per raccontarvi alcune delle ricerche in corso o già realizzate sull’argomento in Italia.
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Piccolo disclaimer
Leggerenza non è e non vuole essere in alcun modo superficialità.
Il rispetto per le singole storie di perdita e di dolore non verrà mai meno.
Questo vuole essere uno spazio aperto di scambio, consapevolezza e curiosità.
Il viaggio è un work in progress.
Se qualcosa non è perfetto, be kind